Forti preoccupazioni da parte della Cgil Puglia sui temi caldi e scottanti

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Quando si mette mano a interventi di messa in sicurezza del territorio, contrasto al degrado, addirittura ridestinazione di immobili confiscati alle mafie e quindi a sostegno all’affermazione di processi legalitari quanto mai necessari nei nostri territori, c’è un approccio evidentemente ideologico. Si vuole accentrare la gestione delle risorse, si intende punire il protagonismo delle amministrazioni locali, si assesta ancora una volta uno schiaffo al Sud e ai territori più fragili dal punto di vista sociale. E meno male che i finanziamenti del piano dovevano servire soprattutto a colmare divari territoriali, sociali e generazionali. In attesa di capire con quali risorse avverrà la fantomatica rimodulazione, la mancata realizzazione degli interventi, penso alla costruzione di opere per rafforzare la sanità territoriale o le scuole, le bonifiche delle città e la tutela del territorio, la rigenerazione urbana alle infrastrutture di mobilità, fino all’efficientamento energetico che è uno dei target più importanti raccomandato dall’Unione Europea, avrà ricadute sulla qualità della vita delle persone e ovviamente sul versante occupazionale.

Basta leggere l’elenco dei principali interventi oggi definanziati per capire le ricadute: in soffitta per ora finisce il polo di formazione artistica e musicale da realizzare nella ex Caserma Sonnino a Bari, così come il recupero funzionale a Barletta dell’ex Convento Sant’Andrea. Ancora, la realizzazione del parco multifunzionale a Bari sull’area dell’ex Fibronit, tra i siti di interesse nazionale per la bonifica da amianto; la rifunzionalizzazione dell’area ferroviaria dismessa in Via Torpisana a Brindisi con aree verdi, parcheggio pubblico e cerniera di mobilità; la riqualificazione ecologica della circonvallazione cittadina a Lecce a sostegno anche della mobilità sostenibile e aumento di zone verdi; l’intervento nell’area dell’ex inceneritore di via San Severo a Foggia, con bonifica del sito; la manutenzione straordinaria con efficientamento energetico degli alloggi di edilizia popolare a Massafra.

La cosiddetta rimodulazione interessa 285 progetti per 364 milioni di euro nell’area metropolitana di Bari. 536 progetti per 171 milioni di finanziamento in provincia di Lecce. 327 progetti per 118 milioni in provincia di Foggia. 147 progetti per 94 milioni in provincia di Brindisi. 66 progetti per 79 milioni in provincia di Barletta Andria Trani. 145 progetti per 69 milioni in provincia di Taranto. Senza un dettaglio su dove attingere le risorse – a livello nazionale sono stati rimodulati interventi per 16 miliardi – non possiamo che parlare al momento di progetti cancellati.

Non ci stiamo all’idea che il tutto possa ricadere sulle risorse del Fondo Sviluppo e Coesione, a valere su quei finanziamenti c’è già una griglia di progetti da realizzare. La seconda ragione è sostanziale: le risorse del Fondo sociale europeo sono lo strumento finanziario principale attraverso cui vengono attuale le politiche per lo sviluppo e la coesione. La Puglia assieme a tutte le regioni del Sud reclama queste risorse e il rispetto del vincolo del 40% dei finanziamenti del Pnrr. Questi giochi di prestigio provano a sottrarre soldi al Mezzogiorno, ed è singolare che l’artefice sia il ministro per il Sud.

La denuncia della Segretaria Generale Gigia Bucci e del Segretario Generale della Fillea Cgil Puglia Ignazio Savino ?

https://cgilpuglia.it/news/pnrr-in-puglia-cancellati-1500-progetti-per-897-milioni-di-euro-cgil-e-fillea-fitto-ministro-antimezzogiorno-127

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