L’agricoltura senza terra

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Per chiunque di noi sentir asserire che esiste una agricoltura senza terra e che per produrre i nostri alimenti vegetali non serve la terra è un non senso. Però uno dei regali pelosi della tecnologia e della modernità è proprio questo: mangiamo prodotti che non vengono dalla terra ma da polverine opportunamente scelte e poi sciolte nell’acqua che vengono assimilate dalle piante e trasformate in pomodori, zucchine, melanzane, ecc. ecc. di gran lunga più perfetti di quelli prodotti dalla terra. Piante illuminate artificialmente con lampade ad alto contenuto tecnologico spesso notte e giorno per accelerarne la maturazione. Non si tratta più di una forzatura della natura con concimi chimici o altri artifici ma di veri prodotti artificiali.

 

Quindi forse per le produzioni vegetali realizzate senza terra non si deve parlare di agricoltura ma di industria, né si può accettare e tollerare che il consumatore ignori totalmente che razza di procedimento ha portato alla produzione di quell’alimento… ma oggi le cose vanno così: prima si fanno (e te le fanno anche mangiare) e poi te lo dicono…se lo dicessero prima forse la saggezza popolare avrebbe bocciato le “genialità” della modernità e quindi per loro è meglio non rischiare; più tardi se ne parla e meglio è…. Nel frattempo noi mangiamo cose ignote dalle sembianze note; poi ti diranno che le mangi da sempre perché non continuare?…

 

Questa industria che è detta idroponica è possibile solo a soggetti dotati di ingenti capitali e comportano la cementificazione di importanti superfici arabili che fino a ieri erano dedite all’agricoltura. Si creano vere e proprie città edificate per la produzione di alimenti così evidentemente artificiali. Niente più lavoratori all’aria aperta o campi esposti al gelo o al caldo, alla grandine o alla pioggia; niente più assalti di cavallette o di parassiti…il contadino in questo contesto assomiglierà sempre più ad un operaio della catena di montaggio o all’impiegato di una banca. I prodotti saranno sempre più simili ad oggetti di plastica e saranno di nuove qualità ovviamente geneticamente modificate per essere adatte a quelle tecniche di conduzione. Ormai si registra ogni mese una nuova varietà di ogni prodotto creato in laboratorio e quindi i pomodori non avranno più un nome che viene dalla sua storia, ma un numero identificativo del brevetto che permette a qualcuno di arricchirsi alle vostre spalle di ignari consumatori.

 

Da quando il fondamentalismo tecnologico ha preso il posto di quello religioso, ai digiuni spesso mirati che ogni religione impone si sono sostituiti cibi che sono sempre più tecnologici nella loro essenza e nei procedimenti di realizzazione. Cioè non v’è alcun digiuno, puoi mangiare sempre ma mangi cose che non sono emanazione della natura ma di un procedimento industriale senza che si sappia nulla sui loro  effetti sulla salute. Una volta che è stato chiaro che la gente mangia qualunque cosa purchè non la si informi sufficientemente di quello che mangia e sembri simile ai cibi tradizionali, i super tecnici dell’alimentazione si sono scatenati inventando grilli fritti o carni ed uova fatti con la stampante a tre dimensioni.

 

E la gente è disposta a pagare cari questi prodotti della tecnologia d’avanguardia sia perché credono acriticamente nella tecnologia, sia perché quei prodotti sono fuori dalle stagionalità (e quindi li trovi sempre e sempre perfetti) sia perchè qualcuno asserisce che sono pure biologici…come è biologico un pezzo di plastica (diciamo noi).

 

Le domande si affollano alla mente: l’agricoltura tradizionale non riesce a vendere i propri prodotti a prezzi remunerativi per l’agricoltore; come mai non esiste nessuno che ne difenda gli interessi e anzi si permette che l’offerta di alimenti venga artificialmente ampliata comprimendo così la richiesta di alimenti tradizionali? Alimenti artificiali che vengono spacciati facendo credere che sono la stessa cosa di quelli tradizionali!! Lo fanno apposta per favorire le nuove industrie di questi prodotti artificiali? Stanno brigando per uccidere la vecchia agricoltura lasciando che tutto l’alimentare sia in poche mani di finanzieri internazionali? Quale lobby è riuscita a silenziare ogni partito e ogni associazione di categoria? Le associazioni dei consumatori dove stanno? Questo esempio di tecnologia quanto meno invasiva non pone dei dubbi seri sulla bontà delle tecnologie ritenute buone sempre e comunque? Il mestiere vero di agricoltore è in via di estinzione?

 

Cioè la tecnologia ha invaso un campo veramente intimo della economia, della salute e della cultura di sempre e non esiste nessuno che può dire con ragionevole certezza che danni causerà nel medio termine e se già non ne sta producendo. Ed è certo che l’economia specie quella agricola è stata già pesantemente colpita e trasformata dalle nuove produzioni di questi alimenti artificiali.

 

In assenza dei politici solo un moto popolare può fermare questa deriva folle ma è più probabile un suicidio collettivo lento ed inesorabile; semplicemente perchè è più comodo anche della vita!

 

CANIO TRIONE

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