I debitori non saranno più soli, parola dell’avv. Floriana Baldino

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No, non è uno spot pubblicitario, men che meno il quarto d’ora di notorietà per l’avvocato Floriana Baldino  che, dal quel di Trani, sta effettivamente ottenendo strepitosi successi in favore di numerosi debitori che non riescono a pagare quanto dovuto perché la loro vita è cambiata radicalmente. Ma facciamo un po’ d’ordine.

Stiamo parlando della legge salva suicidi; la legge n. 3/2012 che consente, alle persone fisiche, ai professionisti e agli imprenditori non fallibili che si trovano in stato di sovra-indebitamento la possibilità di ridurre debiti.

Uno strumento legale che usato con cognizione di causa; che usato da professionisti capaci e preparati, permette (non sempre) di riuscire a strappare ai vari Tribunali italiani sentenze favorevoli e concedere la possibilità di far rinascere quelle persone e le loro famiglie dal fango dell’esasperazione, della delusione, del rimorso tanto che, taluni, hanno scelto la via del suicidio per liberarsi dalla morsa dei debiti. Le cronache ne sono piene di fatti così dolorosi. Padri di famiglia, piccoli imprenditori e professionisti che si sono ammazzati pur di liberare le loro famiglie dal gioco dei debiti, credendo che la loro morte fosse una sorta di salvacondotto: tanto i debiti muoiono con me.

Dunque una via d’uscita esiste. Incontro l’avvocato Floriana Baldino a Trani ed è immediata l’empatia che risulta strumentale al motivo del nostro incontro: l’impegno di aiutare i debitori. E’ monumentale il lavoro che la stessa sta assolvendo in favore di tanti utenti che non riescono più a pagare i loro debiti. L’avvocato Baldino non si lascia pregare e snocciola una serie di dati che a primo impatto hanno del paradossale: una legge ben fatta ma sentenze non tutte dello stesso tenore. Cioè pare che a parità di condizione un tribunale decreta un principio diverso dall’altro. Siamo alle solite. Tuttavia.

Dunque avvocato Baldino pare che Lei sia uno dei pochi legali competente e ferrato i materia? No, non credo, tuttavia ammetto che la materia non è semplice. Bisogno avere conoscenze di diritto bancario, tributario e fallimentare, e poi è necessario preparare bene la pratica, magari aver fatto anche dei corsi per la pratica, quelli che ti formano come gestore, per intenderci, per comprendere al meglio come muoversi in questa complicata materia.

Quali debiti possono essere e condotti nel sovraindebitamento? A rigor di logica tutti fatte alcune eccezioni come è giusto che sia, comunque i debiti incagliati tipo: mutuo ipotecario, finanziamenti di ogni genere, debiti con lo Stato, cessione del quinto con delega, prestiti anche familiari, rette di studio non pagate, utenze di servizio (acqua, energia, gas) , quote condominiali, debiti con fornitori… se ne potrebbero aggiungere altri poiché dipende dal tipo di debito. Non rientrano invece i debiti derivanti da obblighi di mantenimento ad esempio. Mi preme sottolineare che i debiti devono essere tutti certificati.

Chi può accedere alla legge de sovraindebitamento? Possono accedere le persone fisiche – cioè i comuni cittadini, i piccoli imprenditori (fatturato annuo inferiore a duecentomila euro e debiti non superiori a cinquecentomila), professionisti, start-up, fideiussori (coloro che hanno garantito per un soggetto che si è rivelato insolvente) e le aziende agricole  che, secondo l’ordinamento italiano, non sono fallibili e di conseguenza possono fruire delle procedure previste dalla Legge 155/2017 e della ormai superata legge 3/2012. Aggiungo che il ricorso alla procedura di sovraindebitamento, sospende le azioni esecutive come il pignoramento e la messa in asta della propria casa che sono tra i maggiori vantaggi dell’applicazione di questa legge, purché esse vengano richiesta per conto del debitore.

Cosa deve fare l’utente per richiedere questo beneficio? La  prima cosa che deve assolutamente fare è affidarsi ad un professionista competente che sappia gestire il monte debiti, sappia dare motivazioni di sostanza sulla meritevolezza del ricorrente,  ma soprattutto che il riparto, ovvero il piano di ristrutturazione del debito che si andrà a sottoporre al Tribunale (perché di questo si tratta alla fine) ovvero il debito che resterà da pagare al netto delle falcidie, sia sostenibile. Purtroppo, devo ammettere, c’è spesso poca professionalità e talvolta anche tanta paura in Colleghi, sia gestori che avvocati, che, probabilmente per mancata conoscenza della materia,  non osano salvare gli immobili, specie la prima casa degli italiani, e lasciano andare avanti il pignoramento delle case, quindi l’asta, aprendo la liquidazione, senza tuttavia tentare, laddove invece si potrebbe osare, di salvare gli immobili degli italiani. Memento audere semper è il mio motto.

Va bene avvocato rivolgiamo ad un professionista serio e come lo troviamo? La legge anti-suicidi ha previsto l’istituzione di un organismo per la gestione della crisi di impresa e del consumatore a cui, la persona sovraindebitata, deve obbligatoriamente rivolgersi per avere la nomina di un gestore. Il gestore, di fatto, è l’ausiliario del Giudice, ovvero colui che attesterà che, quanto dichiarato dal debitore sui propri debiti, sulle motivazioni per cui sono sorti e su come intende risanare  il debito, siano attendibili e sostenibili. In questa fase interviene la figura dell’avvocato che è essenziale, perché è l’avvocato della parte, quindi del debitore, che deve preparare tutta la documentazione nonché il piano, deve preparare il ricorso  che deve essere poi presentata al gestore nominato dall’Organismo, il quale, sulla base del ricorso presentato dal difensore della parte, potrà attestare la veridicità e la sostenibilità del piano. Il tutto, successivamente, quindi il ricorso presentato dall’avvocato e la relazione del gestore, vanno poi depositati presso il Tribunale di competenza, in attesa dell’omologa, ovvero della sentenza.

Così semplice?  Magari in realtà nonostante la legge sia del 2012  ed il codice delle crisi di impresa molto più recente, non tutti i Tribunali la pensano allo stesso modo. Trani, per esempio, è un Tribunale  a parer mio, che ha spostato il vero senso della norma, ovvero quella di riconoscere alla persona indebitata una seconda chance, liberandolo da tutti i debiti, con un equilibrato sacrificio anche dei creditori, imponendo falcidie del debito, anche elevate, su certi presupposti. Altrettanto il Tribunale di Napoli Nord, Pavia, Benevento e tanti altri, potrei elencarne molti ancora. Essi valutano con severità le pratiche ed emettono sentenze irreprensibili. Io stessa l’ho potuto constatare e ho vinto diverse cause. Bari invece, a parità di condizioni soggettive ed oggettive del sovraindebitato, rigetta con più facilità. Al pari, ed anche peggio, il Tribunale di Udine. Questa differenza di opinioni giuridiche, a mio avviso, va ricercata nella conoscenza della legge e dei suoi meccanismi. Tuttavia, come dicevo prima, c’è anche molta incompetenza nel preparare le pratiche e pertanto molte vengono anche rigettate dal Giudice.

Avvocato Baldino ci dia un esempio di una sua pratica? Facciamo l’esempio che calzi meglio. Vengo nominata gestore della crisi da un organismo, oppure il cliente stesso si reca da me affidandomi un incarico professionale. Dunque Tizio è proprietario di un immobile ipotecato e su cui pende il mutuo, è monoreddito – diciamo 1200 euro/mese, ha debiti per 100.000 euro, ha una famiglia sulle spalle e nel frattempo e/o da tempo ha contratto diversi debiti che per una serie di ragioni non è più in grado di onorare, come potrebbe essere ad esempio il licenziamento della consorte. Dunque continuando con l’esempio, questo debitore ha debiti che riguardano le  utenze non ancora pagate, mutuo, finanziamento auto, finanziamento cure mediche, Equitalia, quote condominiali, richiesta di pignoramento di un quinto dello stipendio, debiti con l’Inps, cessione con delega del quinto, e immobile all’asta. Il mio compito immediato è tentare di salvare l’immobile per cui richiedo tutti i documenti riferiti ai debiti non pagati(ribadisco: i debiti devono essere certificati), analizzo la situazione e, se accerto che la pratica è sostenibile, preparo gli atti. Una volta preparato il ricorso e giustificato il motivo della richiesta di falcidia del debito, la porto all’organismo di composizione, chiedendo la nomina di un gestore,  che ne attesti la veridicità e la sostenibilità del piano che vado a sottoporre e già in quel momento, verificando la capienza patrimoniale del reddito e del patrimonio del ricorrente, propongo la quota di abbattimento del debito iniziale.  Se non c’è patrimonio, soprattutto immobiliare, le case per intenderci, e c’è solo un reddito molto basso, l’abbattimento del debito può essere anche totale. La norma infatti prevede l’esdebitazione dell’incapiente, ovvero  di quel debitore che non ha alcuna utilità da garantire ai creditori. Se invece non ha patrimonio immobiliare ma ha una fonte di reddito  adeguata, o meglio una retribuzione che consenta di garantire una certa utilità ai creditori, l’abbattimento potrebbe arrivare anche al 90%, ma bisogna verificare anche con algoritmi la sostenibilità della rata. In ogni caso bisogna assicurare al debitore, ed alla sua famiglia, un tenore di vita dignitoso. Infine, se l’intento è quello di salvaguardare la prima casa dell’indebitato e della sua famiglia, bisogna innanzitutto capire quanto il creditore ipotecario, la banca che ha concesso il mutuo per intenderci, potrebbe ricavare dall’asta dell’immobile, e cercare di garantire quella stessa cifra, magari diluita in un arco temporale maggiore, al creditore  ipotecario e cercare così di salvare l’immobile. In questo caso l’abbattimento è inferiore ed è frutto di calcoli matematici. A quel punto deposito gli atti in Tribunale, chiedo la sospensione dell’asta e del pignoramento dello stipendio se esistente e resto in attesa della sentenza. Purtroppo non posso indicare i tempi che, a causa di fatti oggettivamente significanti, sono diversi da una pratica all’atra, però ragionevolmente posso affermare che una pratica dovrebbe definirsi nell’arco temporale di un anno.

Dunque finisce così, in attesa?  Si, in attesa esatto. Ma per lo meno tutto si blocca e il malcapitato debitore può tirare un sospiro di sollievo. Tuttavia è bene ricordare che la pratica può essere rigettata e modificata, alla fine è sempre un giudice che decide. Ma io sono fiduciosa.

Avvocato quale messaggio vorrebbe consigliare a chi naviga nei debiti?  Permettetemi una riflessione ad alta voce: questa legge come strumento di salvezza è poco conosciuto e si fa ben poco in merito, detto ciò il mio augurio è di avvalersi di professionisti capaci di risolvere questi problemi, problemi che ricordo sono la causa di diversi suicidi.

L’intervista è terminata, ci resta però un po’ di malumore anche se l’avvocato Baldino ha mostrato molta fiducia. Noi dal canto nostro, in quanto giornalisti abbiamo raccontato le tragedie, abbiamo sperato che non accadessero più e, adesso, siamo basiti nel sapere che una concreta possibilità c’è ma non del tutto conosciuta e apprezzata. Magari non per tutti, magari non per tutto, ma almeno molte famiglie possono riprendersi la loro vita e dignità.

Franco Marella

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