I carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Foggia hanno eseguito altre cinque ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse dalla Sezione del Riesame del Tribunale Penale di Bari a carico di altrettante persone, tutte già detenute in varie carceri del territorio nazionale per motivazioni diverse, nell’ambito dell’inchiesta sull’evasione di massa avvenuta dal penitenziario del capoluogo dauno il 9 marzo del 2020 durante l’emergenza covid e le proteste dei detenuti per le limitazioni che furono stabilite per arginare la diffusione dell’epidemia.
Si tratta di provvedimenti divenuti esecutivi dopo l’appello presentato dalla Procura della Repubblica di Foggia contro il rigetto della richiesta di misura cautelare da parte del gip del Tribunale, a seguito della richiesta di cattura avanzata dalla Magistratura requirente nei confronti delle decine di detenuti evasi.
Questi ultimi si sarebbero resi protagonisti di vere e proprie azioni di devastazione e saccheggio all’interno della Casa Circondariale della città e anche fuori da essa. Vennero appiccati incendi nel carcere, ci furono atti di violenza contro appartenenti della Polizia Penitenziaria, gravi danneggiamenti e comunque, come contestato nelle ordinanze in riferimento, un vero e proprio turbamento dell’ordine pubblico. Una dozzina di persone sono state già arrestate, nelle settimane precedenti, con le stesse modalità di oggi. Altri detenuti ancora, invece, sono stati già condannati a seguito di giudizio abbreviato davanti al gup del Tribunale di Foggia, sempre per gli stessi fatti.
Il reato di devastazione e saccheggio previsto dall’articolo 419 del codice penale, in questa fase del giudizio e non ancora quindi divenuto definitivo, costituisce una grave violazione di Legge prevista dall’ordinamento, poche volte oggetto di imputazione a livello nazionale data la particolare configurazione giuridica.
Questi ennesimi arresti, ad opera del Nucleo Investigativo dei carabinieri di Foggia si aggiungono ai numerosi precedenti arresti, sia in flagranza che su provvedimento cautelare o definitivo per i fatti di oltre tre anni fa, concernenti, oltre alle evasioni in quanto tali, anche le rapine e le violenze commesse all’esterno dell’Istituto di Pena ai danni di cittadini e attività commerciali. Questi ultimi fatti, in particolare, sono stati già definiti con ordini di carcerazione emessi, lo scorso mese di dicembre, dall’Ufficio Esecuzioni Penali della Procura Generale della Repubblica della Corte d’Appello di Bari, ed eseguiti sempre dai carabinieri.
In particolare, ancora una volta, sono state determinanti ai fini dell’emissione dei provvedimenti restrittivi le immagini dei diversi sistemi di video sorveglianza e le numerose annotazioni di servizio redatte in quella drammatica circostanza anche da parte dello stesso personale della Polizia Penitenziaria.