Molestie Alpini: finalmente si sente parlare di Catcalling

86 Visite

Vi ricorderete della manifestazione dell’Adunata Nazionale degli Alpini tenutasi a Rimini lo scorso anno che ha suscitato moltissime polemiche perché, a dire di numerose donne, gli Alpini si sono macchiati di molestie sessuali?. Beh è proprio di questi giorni la presentazione del progetto #CONTROLEMOLESTIE  scritto a quattro mani dagli Alpini stessi e notificato nelle ottanta sedi nazionali del glorioso Corpo militare.

A Rimini pare che si sia registrata una disfatta sociale del movimento militare a quanto pare e lo dicono più di 150 donne che hanno denunciato gli Alpini per molestie. Una brutta pagina di storia repubblicana. Comunque , dicevamo, gli organizzatori delle manifestazione militare hanno redatto un piccolo opuscolo ed hanno invitato tutti gli aderenti e simpatizzanti a prestare una sorta “di giuramento” da uomini veri affinché episodi come quelli di Rimini non hanno a più ripetersi. Il progetto #CONTROLEMOLESTIE sarà rispettato si affrettano a chiosare gli organizzatori e responsabili degli Alpini.

Ma di cosa si tratta esattamente? Ne abbiamo parlato con l’avv. Tiziana Cecere presidente dell’associazione FERMICONLEMANI, che ha sede a Bari, da anni impegnata nella lotta contro le violenze di genere.

« Nella qualità di Presidente di Fermiconlemani e di Donna ringrazio sentitamente l’associazione Nazionale Alpini per questa importante iniziativa di prevenzione, consapevolezza e contrasto al Catcalling e auspico che si possa in futuro unire le sinergie per progetti futuri condivisi. Le molestie sessuali di cui parliamo sono conosciute come  CATCALLING ovvero quel tipo di molestia che ha luogo per strada o in aree pubbliche. Il termine viene tradotto in “fischio o urlo” dal Cambridge Dictionary che lo definisce così: “un forte urlo o fischio per attirare l’attenzione di una persona”, che non va confuso con i complimenti, poiché possono assurgere il rango di una vera e propria forma di violenza, sempre più frequente, come ci spiegano moltissime giovani donne in Italia e nel mondo e i dati parlano chiaro: circa l’88% delle donne ha subito episodi di violenza verbale. Gli apprezzamenti molti dei quali volgari e assillanti patiti dalle donne per strada possiamo dire che da sempre sono radicati nella cultura italiana e sono stati alimentati dalla progressiva idea della donna “come oggetto di possesso maschile e di desiderio sessuale».

« E’ curioso mettere in rilievo che in Italia il catcalling non è reato, e tale carenza di tutela si verifica spesso nel nostro paese come avvenuto per altre tipologie di reati, quasi come se gli italiani volessero sempre rincorrere gli altri paesi prendendo coraggio dalle iniziative altrui verificando prima che funzionino. Differentemente da alcuni paesi europei come la Francia, invece nel luglio 2018 il governo Macron ha approvato un disegno di legge che persegue l’abuso delle molestie per strada assimilandole al già esistente reato di molestie verbali. Oltre che non di poco rilievo sono stati i casi di catcalling quali preludi di reati come stalking o violenze sessuali di gruppo o addirittura di omicidio».

E’ chiaro il commento/intervento dell’avv. Cecere: certe subdole forme di “apprezzamenti” sono da censurare – tuttavia manca la consapevolezza che taluni “atteggiamenti” sono per l’appunto molestie.

Franco Marella

Promo