Da Bankitalia ci fanno sapere che le entrate tributarie nei primi otto mesi del 2022 sono cresciute del 14,7% e cioè 42,3 miliardi in più. Se il Pil non ha fatto più del 4% (sapremo il dato vero tra molto tempo come al solito) vuole dire che per ogni miliardo di ricchezza prodotta il carico fiscale è aumentato del 10%. Già nel passato è spesso accaduto. L’anno prossimo se non cambiano drasticamente le cose questo dato sarà molto peggiore perché il Pil non crescerà. Cioè ci si sta avvitando nella decrescita che produce decrescita.
Naturalmente i dati sono di natura statistica e quindi necessariamente approssimativi ma la crescita del gettito maggiore della crescita del Pil è inappellabile: l’economia cresce meno dello stato che si avvicina sempre di più al modello sovietico dove tutto sta dentro lo stato.
Di contro per fortuna il debito è sceso di 12 miliardi in un mese. Il totale è a 2757 miliardi di cui non si conosce quanto in mano della BCE, quanto in mani estere, quanto in mani ad investitori istituzionali, quanto in mano a cittadini italiani. Nonostante tutte queste omissioni il lavoro statistico della Banca d’Italia è prezioso e dà un senso in più alla sua esistenza.
Forse un commento avrebbe aiutato specie relativamente al carico fiscale. Tutti quei soldi rastrellati in più tolgono danari dalla circolazione e azzerano il vantaggio per l’economia dei vari bonus. Schizofrenia? Non si sa, certo è che l’andamento dei titoli di stato indica che gli investitori comprano titoli italiani solo a prezzi di saldo. Non si fidano della politica economica portata avanti fino ad oggi e credono che il debitore Italia sia meno affidabile di due anni fa. Non solo, anche la BCE che fino a poco tempo fa comprava i titoli che nessuno voleva e ne salvava il valore, non ne vuole più sapere e forse interverrà se, quando e nella misura che lo riterrà; un capriccio? No; una discrezionalità? Certo, è un sistema poco dialogante come non si addice ad una parte del mondo che si dice democratica. Certo è che questi dati certificano che stanno togliendo dalla circolazione liquidità a più non posso a dispetto dei molteplici bonus (leggi: piatti di lenticchie del noto proverbio) e quindi il futuro sarà certamente caratterizzato dalla depressione economica.
Ma non solo lo stato preleva liquidità, anche le società energetiche con l’aumento delle bollette mettono in tasca fiumi di danari dei cittadini e, non essendoci aumenti dei costi, realizzano profitti miliardari; e con loro anche le banche con l’aumento dei tassi sui mutui. Ma le maggiori società energetiche non sono nella sfera pubblica? E le banche non sono “vicine” a certe parti politiche e a certi politici? Né si vede la fine di questa emorragia di danari a danno dell’economia reale e dei cittadini. Quindi non si tratta di veder bloccare la crescita economica, si tratta di esproprio bello e buono.
Il nuovo governo dovrà, prima di tutto, capire se la cosa è dolosa o colposa e immediatamente dopo le opportune misure di inversione di rotta.
CANIO TRIONE