Un corso di formazione a distanza che aiuti i medici italiani a riconoscere i segni della violenza domestica, perché si possa violare il muro del silenzio con il proprio dottore di fiducia. E’ questo uno dei progetti promossi nel corso dell’incontro tra la Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, l’Ordine dei Medici di Foggia e l’organizzazione di volontariato Vi’ola Dauna. E’ prevista anche l’istituzione di una Commissione dedicata a queste tematiche.
A livello mondiale Fnomceo ricorda che «si stima che la violenza domestica sia causa di morte o di disabilità grave tanto quanto il cancro e sia una causa di cattiva salute (per le conseguenze fisiche e psicologiche) più importante dei postumi degli incidenti stradali e della malaria insieme».
Secondo un questionario del 2016 somministrato in forma anonima dai medici aderenti a Vi’ola Dauna ai pazienti, «il 18,7 delle donne ha subito violenza psicologica, fisica, economica o sessuale. Nell’80% dei casi, a perpetrarla è stata una persona vicina alla vittima: partner, ex partner, familiare. Il 49% ha assistito a un episodio di violenza domestica. Per il 74% degli uomini, un fattore predisponente è ‘essere violento per natura’. Il 13,5% ritiene che le donne ‘a volte meritano di subire violenza’, soprattutto se vestono in modo provocante o “pensano di poter decidere da sole” o dicono no a una richiesta del maltrattante». Da qui l’idea di una piattaforma che aiuti a individuare i sintomi della violenza, fornita in dotazione ai medici aderenti.
«E’ importante che i medici – spiega il Presidente della Fnomceo, Filippo Anelli – soprattutto quelli che per primi vengono a contatto con la vittima, medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, medici di Continuità Assistenziale, del Servizio 118 ma anche del Pronto soccorso e in generale tutti i colleghi, siano formati per riconoscere i segni della violenza e offrire un supporto concreto».
«Oltre ad essere un problema di salute, oggi – aggiunge la presidente di Vi’ola Dauna, Stefania Di Gennaro- la violenza è anche un problema di economia sanitaria: se sottaciuta ci porta a fare tante indagini che possono rivelarsi improprie e poi, dopo tempo, riusciamo a capire che dietro questi sintomi c’era la violenza».