Si potrebbe pensare a un binomio perfetto, due libri “separati alla nascita”. Ci riferiamo a “Prendimi con te” e di “Firmino” rispettivamente di Paul Desalmand e Sam Savage.
Eppure più che un binomio, gli autori dei libri sembrano affetti da una sorta di monomania: entrambi puntano a spiegare il valore dei libri e della lettura, il primo proprio attraverso la voce di un libro, il secondo attraverso quella di un topolino.
Stranamente le storie si intrecciano, o meglio equiparano quella che può essere l’esistenza quasi futile di un libro, che va dalla stamperia al macero, a quella di un topolino, estremamente magro e di conseguenza estremamente affamato.
Possiamo immaginare che le esistenze dei due si sfiorino nel momento in cui IL libro nella storia raccontata si trova in un magazzino insieme ad altri suoi compagni, chiusi in uno scatolone, dove vengono assaliti da un gruppo di topolini affamati che si riducono a rosicchiarli, a distruggerli, per fame o per passatempo. Possiamo immaginare di conseguenza come nel gruppo dei roditori ci possa essere stata Mamma Topina, ansiosa di procacciarsi qualcosa per la sua numerosa cucciolata.
Più sfortunato di tutti, Firmino non lotta con i fratelli per aggiudicarsi la mammella, anzi si tira fuori a priori dalle zuffe che inevitabilmente lo avrebbero portato alla sconfitta, data la sua esile corporatura, e preferisce rosicchiare dei libri che trova nella vecchia libreria dove la madre casualmente ha deciso di partorirlo.
Queste sono in realtà storie di lotte continue contro fattori esterni che tentano di distruggere l’esistenza: da una parte c’è la paura del libro del macero, dall’altra quella della solitudine.
“All’inizio mangiavo lasciandomi guidare solo dal gusto, rosicchiando e masticando dimentico. Ma ben presto cominciai a leggere qua e la, lungo i bordi dei miei pasti e, con il passare del tempo, quanto più leggevo tanto meno masticavo finché, in ultimo, presi a dedicare quasi tutte le ore di veglia alla lettura, masticando solo nei ritagli di tempo” sono le parole del topolino.
E mentre quest’ultimo cerca di crescere, affrontando la vita imprevedibile, confrontandosi con gli uomini, IL libro viene sballottolato da un lettore all’altro, fino a giungere alla dolce ragazza che conquista il suo cuore portandolo con se in un viaggio in Grecia, di cui gli è rimasto il profumo.
La vita dei libri e dei loro probabili sfaceli è l’elemento che unisce i due volumi.
Se vogliamo, possiamo quasi immaginare che IL libro sia passato dalle zampe di Firmino e che questo lo abbia risparmiato, amandolo come chiunque dovrebbe fare con qualsiasi altro esemplare.
I libri sono compagni, sia per chi li scrive sia per chi li legge. Torniamo a rispettarli.