Mi è capitato di guardare uno spezzone di una intervista di a Corrado Augias sul tema dell’Eutanasia.
Egli, ovviamente ad essa favorevole, nel supportare la sua posizione, argomentava contro chi, come i cattolici, sostiene che la vita sia un “Dono di Dio”.
Vede – diceva alla sua interlocutrice Bianca Berlinguer – un dono è che se io le faccio appunto dono di questa penna, da questo momento in poi la penna è sua e lei ne fa quello che vuole…
Questo concetto è esemplare, illuminante!
È tutta qui infatti la differenza fra un materialista e una persona di sentimento, quindi di principio, fra un relativo e un assoluto.
Un regalo non necessariamente deve essere gradito, non sempre tutti i regali incontrano il nostro gusto, ma un regalo è un regalo e, per una questione elementare di rispetto e gratitudine, un dono ricevuto non si butta mai via.
Nella parte finale dell’ intervista Augias ha un bel colpo di coda:
– Non sono sicuro di essere nel giusto e non sono sicuro io stesso di non cambiare idea sull’argomento.
Verissimo e giustissimo.
Quello che mi dà più fastidio di questo dibattito, infatti, è il pontificare di molti su situazioni estremamente personali che conoscono al massimo in linea teorica, senza averle provate sull’unica pelle che conta, la propria.
Questo infatti è il più grande mistero della vita.
Nel dubbio io starei zitto, ma in genere il materialista, proprio nel dubbio, pontifica.
P. S. Corrado Augias mi sta leggermente sulle scatole ma questo, vi giuro, non ha influito su questo mio sproloquio…
PINUCCIO TARANTINI