E’ di sei mesi di reclusione la richiesta dell’accusa nel processo per direttissima, la cui udienza si è svolta stamane al tribunale di Foggia, a carico di Leonardo Di Francesco, 23 anni, incensurato, che lo scorso 5 aprile nel capoluogo dauno è stato colpito da un violento calcio al volto da un poliziotto. La scena è stata ripresa dai telefonini di alcuni passanti e residenti della zona delle palazzine ex Onpi diventando subito virale sui social e trasmessa in tv. La sentenza del processo con rito abbreviato (l’accusa era quella di resistenza a pubblico ufficiale) dovrebbe conoscersi entro la giornata di oggi.
Il giovane, pur essendo privo di patente poiché mai conseguita, guidava l’auto di famiglia (a bordo della quale c’era anche un suo amico), peraltro sottoposta a fermo amministrativo. Di fronte all’alt di una pattuglia della Polizia di Stato non è fermato ed è fuggito. Infine, giunto nei pressi della sua abitazione, ha parcheggiato ma, una volta sceso dall’auto, è stato raggiunto da un agente e si è inginocchiato con le mani dietro la nuca. Subito dopo è sopraggiunto un altro poliziotto che gli ha sferrato un calcio al viso e ha tentato di dargliene un altro nonostante i colleghi abbiano cercato di evitarlo.
Il giovane, assistito dall’avvocato Francesco Paolo Ferragonio, ha ricevuto una prognosi di sette giorni in ospedale non riportando per fortuna la frattura del setto nasale. Ha ammesso le proprie responsabilità nelle dichiarazioni rilasciate ma ha anche negato di aver cercato di scappare nuovamente una volta uscito dall’auto, precisando di non aver cercato di reagire in qualche modo di fronte al fermo. Inoltre, tramite il suo legale, ha preannunciato che presenterà denuncia (probabilmente subito dopo l’esito del processo) nei confronti dell’agente non solo per il calcio ricevuto mentre era fermo a terra ma anche per altri episodi che sarebbero avvenuti in Questura. Il poliziotto, che è stato trasferito in un’altra sede e sottoposto a procedimento disciplinare, è indagato dalla Procura di Foggia per lesioni personali e abuso di autorità.