Nel foggiano, in Puglia, Patience s’impegna affinché le voci di migranti siano ascoltate. Partita dalla Nigeria per diventare avvocato, in Italia, Patience inizia un lungo calvario che dal nord la porta fino alla Pista di Borgo Mezzanone. Lì lavora in fabbrica e nei campi e rischia di morire. Grazie ad alcune associazioni lascia il ghetto. Ora è entrata a far parte dell’associazione Ufficio Migrantes come mediatrice per aiutare chi si trova in difficoltà.
Questa una delle tante storie disponibili su http://www.oltreilghetto.org il web documentario Oltre il ghetto – Storie di libertà
Da qualche giorno, sul sito oltreilghetto.org, sono finalmente disponibili le storie di lotta e di dignità di cittadini migranti che hanno affrontato l’uscita dallo sfruttamento lavorativo e dal caporalato.
Raccolte in cinque brevi documentari, in racconti e reportage fotografici questi ritratti restituiscono i percorsi di vita di chi è riuscito ad andare oltre il ghetto.
“Le storie di Patience, Ibrahim, Batch, Drissa e delle ragazze e dei ragazzi di Tam Tam Basket ci raccontano un’Italia nascosta, fatta di corpi e di anime alla disperata ricerca di un pezzo di felicità. Sono gli invisibili su cui si regge un’economia agricola oltremodo malata, masse finite ai margini delle città e del diritto, costrette all’agonia in bidonville senza luce né acqua, troppo impegnate a sopravvivere per riuscire a rivendicare i propri diritti.” (Savino Carbone, regista)
“Ci sono alcuni elementi che rendono le storie di vita un potente strumento di comunicazione. La loro capacità di trasmettere in maniera autentica, di creare un’immediata vicinanza con chi ascolta, il senso di generosità che sta nel condividere il proprio percorso. Con i racconti di chi è riuscito ad uscire dalla morsa del caporalato e dello sfruttamento, cogliamo un’occasione preziosa per dare voce ai protagonisti e alle organizzazioni che, con il lavoro costante sul territorio, li hanno accompagnati in un vero e proprio percorso di libertà.” (Gianluca Sciannameo – Cooperativa Camera a Sud)
Il contest narrativo e il web documentario sono stati realizzati dalla Cooperativa Camera a Sud e dal Consorzio Nova onlus nell’ambito del Programma Su.Pr.Eme. Italia (Sud Protagonista nel superamento delle Emergenze in ambito di grave sfruttamento e di gravi marginalità degli stranieri regolarmente presenti nelle 5 regioni meno sviluppate), finanziato nell’ambito dei fondi AMIF – Emergency Funds (AP2019) della Commissione Europea – DG Migration and Home Affairs, e realizzato da un partenariato guidato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali – Direzione Generale Immigrazione (Lead partner) coadiuvato dalla Regione Puglia (Coordinating Partner) insieme alle Regioni Basilicata, Calabria, Campania e Sicilia e l’Ispettorato Nazionale del Lavoro, l‘Organizzazione Internazionale per le Migrazioni e Nova consorzio nazionale per l’innovazione sociale
Sfruttamento lavorativo, condizioni di vita disumane, scivolamento verso lavori agricoli di raccolta, colpevolizzazione delle vittime. Sono queste alcune delle storie che ci arrivano sulle condizioni di lavoro e di vita dei braccianti sfruttati in agricoltura.
Il contest narrativo “Oltre il ghetto. Storie di libertà”, indetto nell’ambito del progetto Su.Pr.Eme. Italia, è stata l’occasione per raccogliere le testimonianze dei percorsi di riscatto e di emancipazione condivise dalle organizzazioni di Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia che lottano quotidianamente sul campo per liberare dallo scacco dei caporali e delle mafie chi finisce in condizione di sfruttamento.
Venti storie sono state raccolte in un ebook. Cinque, selezionate da una giuria tecnica, sono state raccontate in altrettanti video reportage a cura del regista Savino Carbone. Le trovate tutte nel webdoc “Oltre il ghetto”, realizzato dalla Cooperativa Camera a Sud – Impresa sociale per il Consorzio Nova Onlus.
Le storie raccontate nei video reportage toccano, ognuna, un aspetto diverso di quel percorso che parte con un sogno di emancipazione dai paesi di origine e finisce in un labirinto di schiavitù nei ghetti. Un vicolo cieco che appare senza via d’uscita. Ma, grazie anche all’impegno di volontari e di organizzazioni che lottano quotidianamente sul campo, le loro storie dimostrano che andare oltre il ghetto è possibile.
Ecco alcuni protagonisti dei video:
La storia di Tam Tam Basket (vincitrice del premio web), progetto che prova a dare un’alternativa a famiglie di persone provenienti dall’Africa nell’area di Castel Volturno, ci dice che lo sport può essere uno strumento di inclusione e di emancipazione per ragazzi e ragazze di seconda generazione che rischiano di restare invischiati in territori vulnerabili allo sfruttamento da parte della criminalità organizzata.
Poi c’è l’impegno di Ibrahim Diabate (storia vincitrice del premio della giuria tecnica) per dare luce a chi vive nel buio nelle campagne di Rosarno. Dopo un passato di sfruttamento in agricoltura in Piemonte e Calabria, Ibrahim contribuisce alla nascita di SOS Rosarno. Con Mediterranean Hope ha ideato il progetto “Luci su Rosarno”, per illuminare le strade della piana di Gioia Tauro ed evitare incidenti ai braccianti che si muovono in bici e fare luce sui diritti dei lavoratori in agricoltura.
Dopo aver rischiato di essere rimpatriato in Ghana e aver lavorato sottopagato e senza contratto nei campi di Corleone, Batch Mballow fa il mediatore culturale per l’ARCI Porco Rosso di Palermo, in Sicilia. Va nei ghetti di Campobello e Cassibile per ascoltare le esigenze e le storie dei braccianti immigrati che lavorano in condizioni di sfruttamento e vivono in situazioni disumane.
Infine c’è chi ha fatto della cucina uno strumento di Intercultura. Fuggito dal Mali nel 2007, per anni lavora nelle campagne di Foggia, Rosarno e Brindisi al soldo di caporali della Capitanata e della piana di Gioia Tauro. Poi trova lavoro come lavapiatti, si innamora della cucina italiana e decide di studiare per diventare chef. È la sua svolta. A Brindisi ha fondato una delle prime Comunità africane di Puglia
Un futuro diverso si può e si deve immaginare.