“Con il rincaro dei costi energetici che si trasferisce sui costi di produzione nella filiera agroalimentare come quello per gli imballaggi si paga più la bottiglia che il pomodoro in essa contenuto”. Lo evidenzia Coldiretti Puglia riassumendo quanto emerso in un incontro organizzato a Foggia sulla gestione del lavoro in agricoltura, in collaborazione con l’Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare, a cui hanno partecipato anche diversi magistrati oltre ad esponenti dell’associazione di categoria.
“Sono 100mila gli operai agricoli impiegati nei campi pugliesi che danno vita al 22% delle giornate di lavoro in agricoltura sul totale nazionale – si legge in una nota di Coldiretti Puglia – un mercato del lavoro di grande valenza da tutelare. Non è rinviabile e derogabile l’operazione di trasparenza e di emersione, mettendo a punto un patto di emancipazione dell’intero settore agricolo in grado di distinguere chi oggi opera in condizioni di sfruttamento e di illegalità da chi produce in condizioni di legalità come dimostrano i 38mila immigrati assunti regolarmente in agricoltura”.
Il caro bollette, secondo Coldiretti, si riflette sui costi di produzione del cibo ma anche su quelli di confezionamento. Il risultato è che, ad esempio, in una bottiglia di passata di pomodoro da 700 ml in vendita mediamente a 1,3 euro oltre la metà del valore (53%), secondo la Coldiretti, è il margine della distribuzione commerciale con le promozioni, il 18% sono i costi di produzione industriali, il 10% è il costo della bottiglia, l’8% è il valore riconosciuto al pomodoro, il 6% ai trasporti, il 3% al tappo e all’etichetta e il 2% per la pubblicità.