Ritorna prepotentemente in auge il nome di Mario Balotelli quale nuovo (anzi, vecchio) attaccante della nazionale in vista dei playoff per accedere al mondiale 2022. La Nazionale, orfana di veri attaccanti e con scarse prospettive di vedere esplodere stelle da qui ai prossimi due mesi, prova a rifugiarsi anche in assolute novità (Joao Pedro) o promettenti speranze (era circolato anche il nome di Lucca del Pisa). Sino al ritorno di quella vecchia fiamma che corrisponde al nome dell’ex giocatore di Milan, Liverpool, Manchester City e…Inter.
Già, perché è proprio in nerazzurro che SuperMario è esploso e si è fatto conoscere nel calcio che conta e guarda caso su quella panchina siedeva quel Roberto Mancini che ad oggi ha compiuto, vincendo gli Europei itineranti, un autentico miracolo sportivo alla guida della Nazionale.
Con le premesse attuali – e al netto anche delle difficoltà nelle ultime partite di qualificazione, più defezioni eccellenti come Chiesa e sperando in Spinazzola – bisognerà farne un altro. Perché oltre la Macedonia ci sarebbero eventualmente una Turchia vogliosa di rivincita ed un Portogallo che non è solo Cristiano Ronaldo ma anche un mix di talento e qualità.
La sensazione è che il suo ritorno nelle gerarchie azzurre sia, prima di tutto, la famosa mossa della disperazione. Scelta però motivata anche da altri aspetti: Mario Balotelli, piaccia o no, è l’ultimo attaccante italiano e prodotto dal nostro calcio con una visione della porta di una certa qualità e con una tecnica da fare invidia: potenza e precisione.
In fondo parliamo della stessa persona che, ad Euro 2012, ci aveva fatto sognare in coppia con Cassano ma anche con Di Natale e sperare addirittura nell’utopia di poter battere una Spagna che in quel momento era un qualcosa di simile ad un Dream Team. Ma la testa, quella benedetta testa, dovrebbe essere rimessa a posto una volta per tutte. E poi, aspetto non meno trascurante, è il fatto che lo stesso Mancini, cosi come Prandelli, sia stato forse l’unico allenatore a credere in lui, a sostenerlo contro tutto e contro tutti. Andando sino in fondo. Per questo non è errato dire che per Balotelli siamo davvero all’ultimo treno per tornare tra i grandi. E che qualcuno ce la mandi buona.
DOMENICO BRANDONISIO