Quando i nostri antenati restarono sorpresi dalla capacità dei cristiani di gettarsi in pasto ai leoni o di farsi massacrare dai gladiatori nel Colosseo per conquistare il premio del Paradiso in un asserito al di là, non esitarono a mandare alle ortiche il logos, il raziocinio di cui come cives romani si erano gloriati.
Il discorso logico (logos) e il dialogo (dia-logos) furono abbandonati e le favole raccontate dai cammellieri del deserto mesopotamico divennero il pane quotidiano della loro vita di fedeli osservanti dei dettami dell’Ecclesia.
Erano verità di cui non si poteva discutere.Punto e basta!
Senza riandare con la memoria a tale momento di “cambiamento di mentalità” è difficile comprendere le ragioni dello spettacolo (inverocondo, solo per pochi individui fuori del coro) delle elezioni della massima carica dello Stato Italiano.
Tutto si muove all’insegna dell’irrazionalità più spinta. Un gentiluomo chiamato a gran voce nel ricordo del “dictator romanus” come “salvatore” dell’economia nazionale e gestore della difficile crisi pandemica, dopo avere lasciato le cose nello stato in cui le ha trovate, pensa che sia il caso di indossare la divisa del fuggiasco e approdare al Colle, come ricompensa per ciò che non ha fatto.
In questo tentativo di “evasione” trova come complici i cosiddetti democratici, desiderosi di non interrompere la serie ripetuta di danni inflitta al Paese, da “Mani pulite”, in poi.
I comunisti critici degli ammorbidimenti dei “compagni” confluiti nel PD, esprimono con le candidature “al soglio quirinalizio” le loro preferenze per ambientalisti fanatici, dimentichi che l’industria ecologica con quella delle armi e del digitale rientra nel “triangolo magico” di Macron suggerito all’Unione Europea da Wall Street e dalla City e finanziato dalle Banche. E ciò, trascurando persino note dichiarazioni “anti-abortiste” e “fondamentaliste” religiose dei loro candidati.
Il cosiddetto Centro Destra, dichiaratamente liberal-fascista (senza alcuna consapevolezza dell’ossimoro, per motivi intellegibili) presenta rose di nomi di personaggi anche illustri, mandandoli allo sbaraglio, senza preventivi accordi con il cosiddetto centro-sinistra che esprime, prontamente, la “non condivisione”. In più, nella conferenza stampa organizzata per la presentazione della “rosa”, si lanciano “filippiche” contro chi già occupa “ruoli istituzionali” salvo poi….
La sarabanda va avanti nel tripudio dei mass-media, bel lieti di contribuire con i loro “ragionamenti” all’immagine di un Paese dove della razionalità non è rimasta neppure l’ombra.
LUIGI MAZZELLA