Migranti Foggia, con Unicef le pigotte delle donne vittime di tratta

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Non semplici bambole ma storie di donne coraggiose. Sono le pigotte, simbolo dell’Unicef, realizzate dalle donne beneficiarie del progetto “La Puglia non trattainsieme per le vittime” e dei progetti del Sai, il sistema di accoglienza e integrazione, gestiti dalla cooperativa sociale Medtraining nei comuni di Orsara di Puglia, Candela Free Entry, Candela Vulnerabili, Poggio Imperiale e Rocchetta Sant’Antonio nel foggiano. Dietro a ogni bambola in pezza ci sono i volti e i nomi delle persone che l’hanno voluta, che l’hanno data in adozione o che l’hanno realizzata con le loro mani.

“Lo scopo principale delle pigotte è quello dell’adozione e della conseguente raccolta fondi per sostenere i progetti dell’Unicef in favore dei bambini – spiega Maria Emilia De Martinis, presidente del comitato provinciale per l’Unicef di Foggia – Ma è anche vero che questa collaborazione avviata genera già processi di socializzazione e di condivisione perché coinvolge donne e persone che vengono da contesti di fragilità, di guerra e violenza che oggi sono inserite in percorsi di accoglienza”. Le bambole sono state realizzate con tessuti, scampoli e lane regalati nell’ambito di laboratori e diventano metafora ideale per chi cerca di riannodare i fili della propria vita, specialmente per chi è stata costretta a lasciare il proprio Paese a causa di violenze, guerre, miserie, persecuzioni. È possibile adottare una pigotta anche attraverso le postazioni che il comitato provinciale per l’Unicef di Foggia in sinergia con la cooperativa Medtraining ha attivato sul territorio della provincia.

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