l 5% delle start up più innovative d’Italia è concentrato in Puglia, soprattutto tra Bari e Lecce, e si occupa per lo più di fornitura di energia elettrica e gas e della raccolta, trattamento e smaltimento dei rifiuti. È quanto emerge da “#RestartPuglia. Sfide e priorità per il rilancio dell’economia regionale”, il policy brief realizzato dall’istituto per la competitività (I-Com), guidato dall’economista Stefano da Empoli, nell’ambito delle attività dell’osservatorio sulle relazioni tra territorio e imprese dell’istituto (Orti).
In termini numerici, sono 1679 le start up che fanno piazzare la Puglia al settimo posto in Italia per le piccole imprese innovative. Fanalino di coda per questo tipo di realtà è la provincia di Barletta-Andria-Trani, area che registra il numero più basso di start up. Lo studio, focalizzato su digitale, innovazione ed energia, è presentato oggi nel corso di un webinar, organizzato con il supporto tecnico di Public Affairs Advisors, a cui hanno preso parte accademici, esperti e rappresentanti delle amministrazioni locali, della politica e del mondo produttivo.
La Puglia è prima in Italia per produzione di energia eolica (4.801,9 GWh) e fotovoltaica (3.839,2 GWh) e con i suoi circa 4 milioni di abitanti, rappresenta il 6,2% della produzione totale italiana di rifiuti urbani. Si tratta comunque di una percentuale che è diminuita negli anni, grazie alla riduzione del volume dei rifiuti passati da 2,09 milioni di tonnellate del 2011 all’1,87 del 2019. Secondo i dati Ispra, nel 2019 in Puglia è stato differenziato appena il 50,6% del totale dei rifiuti. Motivo per cui non ha raggiunto l’obiettivo nazionale previsto dalla normativa in materia, che prevede una percentuale di raccolta differenziata del 65%.