La maxi truffa nel settore energetico scoperta dalla Guardia di finanza di Aosta, realizzata da un’associazione criminale con base nella provincia di Torino, era imperniata – spiegano gli investigatori – intorno al meccanismo dei cosiddetti “certificati bianchi” (o TEE, Titoli di Efficienza Energetica), “principale strumento di promozione dell’efficienza energetica in Italia, introdotto nel nostro ordinamento a partire dal 2005. Alla base del meccanismo l’obbligo, da parte delle aziende distributrici di energia elettrica e gas con piu’ di 50mila clienti finali, di conseguire annualmente determinati obiettivi di risparmio energetico”.
Le aziende possono assolvere al proprio obbligo realizzando progetti di efficienza energetica che diano diritto ai “certificati bianchi”, oppure acquistando i certificati stessi da altri operatori del settore, le cosiddette Energy Service Company (E.S.Co.), societa’ che scelgono volontariamente di realizzare progetti di riduzione dei consumi negli usi finali di energia. Il Gestore dei Servizi Energetici S.p.a. (GSE), societa’ a partecipazione pubblica, riconosce sia alle aziende distributrici sia alle E.S.Co. un controvalore in certificati in misura corrispondente al risparmio di energia derivante dagli interventi realizzati. I certificati sono poi liberamente scambiabili sul mercato dei Titoli di Efficienza Energetica gestito dal Gestore dei Mercati Energetici S.p.a. (GME). Il meccanismo si esaurisce con la presentazione annuale dei “certificati bianchi” presso il GSE da parte delle aziende distributrici che, in tal modo, dimostrano il raggiungimento degli obiettivi di risparmio prefissati e, contestualmente, maturano il diritto all’ottenimento di un contributo tariffario in denaro da parte della Cassa per i Servizi Energetici e Ambientali, L’entita’ del contributo pubblico erogato dalla Cassa e’ parametrato al valore di mercato dei “certificati bianchi” scambiati e viene finanziato, in ultima analisi, da tutta la collettivita’, attraverso i prelievi operati sulle bollette energetiche alla voce “oneri di sistema” (per l’energia elettrica, componente tariffaria UC7).
L’indagine, inizialmente coordinata dalla procura di Aosta e, nella fase finale, da quella di Torino, e’ iniziata nel Comune di Saint Christophe (Aosta), dove i finanzieri hanno scoperto la prima delle otto E.S.Co. fantasma complessivamente individuate. Priva di qualsivoglia struttura operativa e amministrata da un mero prestanome, la societa’ valdostana, ubicata all’interno di un magazzino dismesso, e’ riuscita ad ottenere indebitamente, a fronte di 26 falsi progetti presentati al GSE, circa 27 mila “certificati bianchi”, rivenduti a un controvalore di poco superiore a 8 milioni di euro. In questa fase e’ emerso il coinvolgimento di alcune societa’ tedesche che, per consentire alla E.S.Co. valdostana di giustificare la propria apparente operativita’, hanno emesso nei confronti di quest’ultima svariate fatture per consulenze mai prestate, per piu’ di un milione di euro. I successivi approfondimenti hanno consentito di risalire ad un sodalizio criminale che, da un anonimo ufficio di Torino, gestiva, oltre a quella valdostana, altre sette E.S.Co. formalmente ubicate nelle province di Milano, Torino, Varese, Asti, Vercelli e Biella, in realta’ vere e proprie scatole vuote utilizzate al solo scopo di ottenere e scambiare “certificati bianchi”.
Il tutto – come rileva il gip nell’Ordinanza – reso possibile “sfruttando le falle del sistema legislativo dell’incentivazione del risparmio energetico globale”, se si considera che le fasi di accreditamento presso il GSE, nonche’ di presentazione e valutazione dei progetti sono avvenute esclusivamente in modalita’ telematica, senza alcun effettivo reale riscontro sul campo. La maxi truffa e’ stata posta in essere dalle E.S.Co. individuate, ottenendo indebitamente certificati bianchi per un valore complessivo di 27 milioni di euro, finanziati, come detto anche a spese degli utenti finali, tramite i prelievi operati sulle bollette energetiche alla voce “oneri di sistema” (per l’energia elettrica, componente tariffaria UC7). In totale, per realizzare la truffa, son stati presentati 95 falsi progetti riguardanti lavori mai effettuati (prevalentemente sostituzione di caldaie, coibentazione di pareti, cappotti termici) su immobili realmente esistenti sul territorio nazionale che, insieme a ditte e persone inconsapevoli, sono stati sistematicamente individuati attraverso semplici ricerche sul web.
Dei proventi illeciti, ammontanti a oltre 27 milioni di euro, 14 milioni sono stati oggetto di riciclaggio attraverso un collaudato sistema di false fatturazioni tra le otto E.S.Co. e numerose societa’ italiane ed estere compiacenti, ovvero costituite ad hoc. Il denaro, di volta in volta rapidamente bonificato su conti aperti in Albania, Bulgaria, Germania, Liechtenstein, Malta, Principato di Monaco, Slovenia, Spagna, Svizzera, Regno Unito, Ungheria, rientrava in Italia in contanti, attraverso corrieri, per poi essere reinvestito in strumenti finanziari, criptovalute ed immobili di lusso tra cui due ville ad Ischia e Ventotene.